Quando si parla di tarme ci si riferisce ad una serie di Lepidotteri, appartenenti alla famiglia dei Tineidi. Le larve sono in grado di attaccare pelli, pellicce, lana, tessuti e derivati. Sono adattati a consumare un substrato alimentare molto particolare e povero di nutrienti, analogamente ai tarli xilofagi o alle termiti. È abbastanza comune confondere tarli con tarme e viceversa.
Tarme: caratteristiche principali
Le tarme si nutrono di piume, penne, residui di pelliccia e di escrementi. Dunque, sono rinvenibili in nidi di uccello e di piccoli mammiferi, roditori compresi. Con il tempo, si sono adattate a vivere nelle nostre abitazioni. Esse non si nutrono esclusivamente di lana ed altri tessuti. Nonostante siano in grado di digerire la cheratina, hanno necessità di cibarsi anche di altri materiali.
Il loro regime alimentare è privo di numerosi elementi nutritivi essenziali, come le vitamine del gruppo B. Per questo motivo, sono in grado di consumare detriti di varia natura, presenti negli ambienti colonizzati. Di conseguenza, esse si cibano anche di farine, cereali, lieviti. Tra l’altro, possono consumare anche i propri escrementi, dove persistono residui di cheratina non del tutto digerita.
Sono le larve a provocare quei sgraditi forellini su maglioni ed altri capi di abbigliamento in tessuto. Se il danno dovesse manifestarsi in luoghi di stoccaggio di tali materiali, ne seguirebbe una notevole perdita economica.
Tarme: caratteristiche biologiche
Gli adulti sono lepidotteri poco appariscenti, di color grigio, bruno o marroncino, secondo la specie. Sono anche molto piccoli, massimo 1 cm, con ali allungate e con frange in evidenza. Le larve sono biancastre e possono rinvenirsi su materassi, pelli e pellicce, tappeti, indumenti e stoffe. Non sono escluse dai loro attacchi le collezioni di insetti.
Le larve sono caratterizzate da un tipico astuccio di bave di seta. Esso è utilizzato come riparo e come sito per l’incrisalidamento: per questo, viene trascinato durante i loro spostamenti.
Il ciclo biologico prevede la nascita delle larve dopo circa dieci giorni dalla deposizione delle uova sul materiale alimentare. Ogni tarma può deporre fino a 50 uova. L’accoppiamento avviene in primavera, tra aprile e maggio. Le larve si spostano con voracità sui tessuti, erodendo irregolarmente e forando in maniera estesa il substrato alimentare. Negli attacchi alle pellicce, si nutrono della parte basale dei peli, causandone il distacco degli stessi.
Dopo circa tre mesi, le larve si incrisalidano, a seconda delle condizioni di temperatura, umidità e della disponibilità di cibo. All’anno, si possono avere fino a tre generazioni.
Tra le varie specie di tarme, ricordiamo:
- tarma su lana e pellicce (Tinea pellionella L);
- tarma polifaga (Tineola bisselliela Hummel);
- tarma scura (Nitidea fuscella L.);
- tarma dei tappeti (Trichophaga tapetzella L.), le cui larve non presentano l’astuccio sericeo.